Acqua è un bene comune, da Ato Imperiese e Rivieracqua, troppe inadempienze

La Direttiva n.2000/60/CE enuncia il principio che “L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”, a cui fa eco la comunicazione COM (2014) 177, la quale ribadisce che l’Acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto universale. L’acqua è un bene comune non una merce.

Tale immanente e non derogabile principio è puntualmente disatteso da “ATO Imperiese” e dal Suo gestore Rivieracqua, responsabili per inadempienze a vario titolo, dalla poco oculata manutenzione della rete idrica alla determinazione tariffaria incoerente ai servizi prestati, dalle continue interruzioni dell’approvvigionamento dell’acqua potabile al mancato funzionamento degli impianti di depurazione.

La mancanza di trasparenza delle comunicazioni in favore degli utenti sui siti istituzionali della Provincia di Imperia, dei Comuni interessati e del gestore Rivieracqua hanno indotto le Associazioni ASSOUTENTI E.T.S., ONDA LIGURE CONSUMO&AMBIENTE E.T.S. E IL COMITATO ACQUA E AMBIENTE, ad unire le loro forze e ad organizzare un primo incontro con gli utenti. La crisi idrica e la questione della depurazione dei reflui nell’a.t.o. imperiese e nel comune di Andora”, al fine di contrastare l’attività del gestore a danno dei consumatori, ad intraprendere azioni di tutela e a monitorare la programmazione futura della risorsa acqua. “Andora è diventata un comune simbolo della pessima gestione delle risorse idriche nel ponente ligure, in tutta la regione, nell’intero paese – dichiarano Furio Truzzi (Presidente Nazionale Assoutenti) e Giulio Muzio (avvocato di Onda Ligure Consumo e Ambiente, già vittorioso in numerose cause contro gli oneri di depurazione ingiustamente addebitati agli utenti in assenza della struttura).

Ci siamo uniti per tutelare, insieme al comitato nato questa estate, cittadini e turisti dalla incredibile situazione idrica e dalle pretese di far pagare l’acqua non potabile. Occorre una forte presa di posizione contro coloro che “stracciano” ripetutamente la ”Carta dei Servizi”.

Ieri (30 settembre 2022) l’incontro pubblico organizzata dal Comitato “Acqua Cara in bolletta” con la collaborazione delle Associazioni a Tutela dei Consumatori Assoutenti E.T.S. e Onda Ligure Consumo&Ambiente.

Grande la partecipazione dei cittadini che hanno elencato le azioni da compiere:

  • In primis “richiedere all’ATO Imperiese di emettere un provvedimento urgente, entro il 15 ottobre, che induca il gestore Rivieracqua a non esigere i corrispettivi del servizio non prestato nei confronti dell’utenza che ha subito la somministrazione dell’acqua con elevato grado di salinità o che ha sofferto l’interruzione consistente nell’approvvigionamento dell’acqua potabile nei mesi da poco trascorsi”, spiegano Furio Truzzi, presidente Nazionale di Assoutenti Furio Truzzi; l’avvocato Giulio Muzio, legale dell’Associazione Onda Ligure Consumo e Ambiente, e Sabrina Grassa, portavoce e consigliera del Comitato “Acqua cara in bolletta”.
  • La seconda richiesta è, come detto, “l’apertura di un serio tavolo di confronto tecnico-giuridico tra la Provincia di Imperia – Regione Liguria e le associazioni a tutela del consumo in ordine alle linee programmatiche di intervento immediato per la risoluzione della crisi idrica, dando la possibilità alle associazioni di accedere ad ogni atto ritenuto utile per lo studio della problematica”. Cittadini e associazioni hanno inoltre decido di “predisporre con l’Autorità del S.I.I. e il gestore Rivieracqua di un protocollo risarcitorio/indennitario per i danni subiti dagli utenti dal mancato e/o carente nella qualità del servizio di somministrazione dell’acqua potabile”.
  • In ultimo, hanno dato alle associazioni il compito di “redigere le lettere di reclamo nei confronti del gestore per la mancata erogazione dei servizi di somministrazione dell’acqua e depurazione dei reflui e di ogni altra azione ritenuta opportuna”.

In merito alla salinità nella rete idrica del Comune di Andora – dicono Truzzi, Muzio e Grassa – “le analisi puntuali effettuate su campioni d’acqua hanno rilevato l’alto grado di conducibilità dell’acqua, che rende la stessa non potabile. Detti risultati saranno condivisi con Arpal e il gestore, affinché venga predisposto un costante monitoraggio” “L’Acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto universale – evidenziano cittadini e associazioni –  L’acqua è un bene comune non una merce, auspicano un lavoro sinergico e collaborativo con la Provincia di Imperia, la Regione Liguria attraverso l’operato del Commissario ad Acta, il gestore Rivieracqua e il Comune di Andora per quel che concerne il problema della salinità dell’acqua, affinché si possano trovare soluzioni condivise e soddisfacenti, anche nei ristori, per l’utenza”.

L’esito delle iniziative sarà discusso in una assemblea pubblica organizzata per il prossimo 21 ottobre 2022.

  • Sull’acqua salata : E’ noto che il Sindaco del Comune di Andora ha emanato l’ordinanza n.18 del 25.07.2022, con la quale ha limitato l’utilizzo dell’acqua ai soli usi igienico sanitari e di igiene alla persona, prendendo atto che il gestore sin dall’inizio del mese di luglio 2022 ha rilevato il progressivo grado di salinità dell’acqua potabile.

Il servizio di approvvigionamento dell’acqua potabile, pertanto, ha prodotto un grave nocumento all’utenza, non potendo usufruire della risorsa idrica per uso alimentare e, quand’anche impiegata per l’igiene personale, provocando eritemi di varia natura.

Rammento che il gestore è tenuto, in virtù dei principi fondamentali espressi nella Carta dei Servizi parte integrante del contratto di somministrazione, a garantire la qualità dei prodotti e dei servizi forniti, secondo quanto disposto da Arera e contenuto nell’allegato A della delibera 917/2017 e successive integrazioni in ordine alla regolazione della qualità tecnica del S.I.I. ( RQTI ).

  • Sulla depurazione: gli associati lamentano e richiedono il risarcimento dei danni tutti, patrimoniali e non patrimoniali, subiti per effetto dell’inadempimento contrattuale ed extracontrattuale dovuto alla mancata depurazione delle acque reflue nell’impianto, ubicato nel Comune di Andora, nonché per la mancata somministrazione di acqua potabile a partire dal mese di luglio 2022.

In riferimento al primo inadempimento, è noto, dalle risultanze dei sopralluoghi Arpal, che detto impianto assolva un mero pre- trattamento delle acque reflue, violando le prescrizioni contenute nella Direttiva 91/271/CEE (infrazione definitivamente accertata con sentenza del 06.10.2021 emessa dalla Corte di Giustizia Europea) e del T.U.A.. Ed infatti l’impianto è costituito da una mera grigliatura, stacciatura e disoleatura da un pozzetto di rilancio a mare tramite condotta sottomarina.
Come detto, Arpal ha accertato la violazione di cui all’art. 124, comma 1 del D. Lgs 156/2006, poiché l’impianto non risulta in possesso del provvedimento di autorizzazione allo scarico dei reflui urbani depurati in mare. Rammento che la Giunta Regionale con delibera n.31/2013 ha approvato le linee programmatiche regionali per il sistema depurativo, stabilendo che la destinazione dei reflui del Comuni di Andora, Stellanello e Testico debba attuarsi tramite il convogliamento al depuratore di Imperia ( sulla cui funzionalità negli anni si espressa recentemente la Procura con il rinvio a giudizio per disastro ambientale dei soggetti responsabili), attraverso la posa in opera di un collettore fognario lungo il sedime ferroviario della tratta Andora – San Lorenzo in dismissione : l’ormai spirare del decennio dimostra, non solo una inerzia colpevole a danno dei consumatori , al di là del solito rimpallo di responsabilità tra gli Enti preposti, ma anche un indebito prelievo scientemente programmato a carico degli utenti.